Comunità sostenibili: perchè (e come) costruirle insieme

La speranza di costruire un futuro passa attraverso la nostra capacità di creare, sostenere e sviluppare comunità sostenibili, laddove per “comunità” si intendono i luoghi che viviamo e abitiamo: scuole, uffici, abitazioni e condomini, negozi, centri sportivi, luoghi pubblici.

La battaglia per un mondo migliore non può passare esclusivamente da comportamenti e scelte individuali. Secondo le più recenti stime ONU [1], la popolazione mondiale raggiungerà i 7 miliardi nel 2015 e si attesterà a 9 miliardi nel 2050. I comportamenti responsabili dei singoli individui sono e rimarranno fondamentali, ma è indispensabile che la società stessa diventi capace di progettare incentivi e strumenti che indirizzino le persone verso tali comportamenti, disincentivando al contempo una condotta irresponsabile. Scelte sostenibili non possono e non devono essere lasciate alla “buona volontà” dell’individuo, ma premiate e proposte come modello dalla società.

Che cosa possiamo fare tutti noi, che vogliamo essere “cittadini sostenibili”? Innanzitutto allargare il nostro orizzonte dalla sfera individuale verso quella collettiva, invitare a compiere scelte sostenibili non solo altre persone, ma soprattutto le comunità che viviamo.
Proviamo a proporre alcuni esempi concreti.

Parlando di cibo e alimenti, è certamente lodevole voler consumare prodotti a Km0 e/o biologici. O ancora lo è ridurre il proprio consumo di carne: alcuni media lo hanno definito come misura più efficace che un singolo può mettere in atto per contrastare il cambiamento climatico. [2]
E’ possibile però per ciascuno fare molto di più: ad esempio convincere un esercizio (bar, trattoria, ristorante, panetteria, supermercato…) a donare l’invenduto a progetti solidali contro lo spreco alimentare (come a Genova è la Rete RICIBO [3], ad esempio). Se questo può sembrare complicato, anche solo convincere la propria pizzeria di fiducia ad adottare un sistema per permettere ai clienti di portare a casa le portate non consumate completamente (le cosiddette “doggy bag”) è un esempio di azione a portata di tutti.

Rispetto a luoghi quali scuole e uffici, si può proporre l’installazione gratuita di contenitori per rifiuti particolari: ad esempio a Genova esiste la possibilità di farlo per scarpe da ginnastica, rifiuti elettronici (RAEE), cartucce esauste per stampanti, pile e batterie (per i rivenditori) e molti altri prodotti ancora [4].
Si può ancora proporre agli uffici competenti l’acquisto di carta riciclata o proveniente da fonti certificate (come il marchio FSC), la scelta di una fornitura di energia 100% rinnovabile, o ancora l’affidarsi a una banca che non appoggi l’export o la transizione di armi [5].

A Genova gli amici di Worldrise hanno progettato un sito che consente a chiunque di segnalare il proprio locale per diventare #plasticfree, per contrastare l’utilizzo di plastica usa-e-getta [6]. Secondo lo stesso principio, AmicoBicchiere ha invece creato un servizio di fornitura (vendita o semplice affitto) di bicchieri riutilizzabili [7]. Questo ha fatto la differenza, sia in quartieri dove è viva la movida quali il centro storico, sia per festival di quartiere (come l’Alemante) o che contano migliaia di partecipanti (come il GOA BOA Festival).

Insomma, per contribuire a creare insieme un mondo migliore, è certamente utile cambiare le proprie abitudini individuali, ma laddove possibile, facciamolo insieme: cambiamo le abitudini della nostra comunità!

FONTI E LINK:

[1] https://www.unric.org/it/attualita/22580

[2] https://www.theguardian.com/environment/2018/may/31/avoiding-meat-and-dairy-is-single-biggest-way-to-reduce-your-impact-on-earth

[3] https://www.facebook.com/ricibogenova/

[4] https://cittadinisostenibili.wordpress.com/cosa-puoi-fare-tu/punti-di-raccolta/

[5] https://cittadinisostenibili.wordpress.com/acquista-sostenibile/

[6] https://worldrise.org/tpf/

[7] https://amicobicchiere.it/