Nel 2019 abbiamo inaugurato la campagna social “Un anno di buone abitudini” per socializzare facilmente quei comportamenti quotidiani che dovrebbero essere il percorso di crescita e di consapevolezza di ogni “cittadino sostenibile”. Le buone abitudini sono diventate un “cavallo di battaglia” dei nostri workshop e interventi con i gruppi, nelle scuole, ai festival… Scoprile qui, verifica quanto stai diventando (o puoi diventare) sostenibile, e diffondile nei tuoi ambienti!
Non potevamo non dare come primo suggerimento quello di fare la raccolta differenziata e soprattutto di farla per bene!
I rifiuti che produciamo ogni giorno, infatti, diventano delle risorse se differenziati in modo corretto. Fare la differenziata permette di risparmiare energia e materie prime e di ridurre il volume dei rifiuti in discarica.
Se avete dubbi su dove va buttato un oggetto o materiale, potete consultare questo vademecum di AMIU Genova oppure scriveteci!
Iniziare a limitare l’uso della plastica usa e getta nella propria vita quotidiana è facile come bere un bicchiere d’acqua!
Basta prendere l’abitudine di portare sempre con sé una borraccia: è pratica, ecologica e fa anche risparmiare!
Possiamo acquistare qualsiasi tipo di frutta e verdura in ogni mese dell’anno…ma a che prezzo?!
Coltivare fuori stagione significa serre riscaldate, maggiori costi di produzione, conservazione e trasporto.
E’ importante fare scelte responsabili anche mentre si fa la spesa…rispettiamo la stagionalità!
Qui una tabella dove trovate mese per mese la frutta e verdura di stagione.
Prendere l’abitudine di portare con noi delle borse riutilizzabili, le sporte, è uno di quei piccoli gesti che, se condivisi da tutti, possono limitare in maniera significativa la plastica e l’usa e getta. Teniamo delle sporte in borsa, in macchina o sotto la sella dello scooter e utilizziamole non solo quando andiamo a fare la spesa, ma ogni volta che acquistiamo qualcosa!
Tornare indietro…per andare avanti!
E’ quello che sta accadendo con l’apertura in tutta Italia di negozi cosiddetti “alla spina” o sfusi: punti vendita in cui si trovano prodotti senza packaging, dove è possibile acquistare la quantità di cui si ha bisogno e portarla via all’interno di propri contenitori riutilizzabili.
Insomma si sta tornando, piano piano, al modo di comprare delle nostre nonne!
Acquistare nei negozi alla spina presenta numerosi vantaggi: in primis fa bene all’ambiente in quanto si contrasta il proliferare di inutili packaging, si compra solo la quantità che veramente ci serve, evitando possibili sprechi, e inoltre si risparmia! E’ stato quantificato un risparmio tra il 12% e il 60% a seconda della tipologia di prodotto.
Allora cosa aspettate a visitare un negozio sfuso o un punto vendita che tiene alcuni prodotti alla spina che vi suggeriamo qui di seguito?!
Sapete che è possibile fare una ricerca sul web e allo stesso tempo aiutare progetti sociali e ambientali?
Ogni volta che cerchiamo qualcosa su internet, infatti, il motore di ricerca guadagna grazie ai proventi derivati dalla pubblicità. Esistono, però, dei motori di ricerca etici che investono una parte dei ricavati per sostenere economicamente progetti e associazioni.
Lilo Italia, ad esempio, ci permette di ridistribuire una parte dei proventi generati dalle nostre ricerche, rappresentati simbolicamente da gocce d’acqua, ai progetti che più si reputano meritevoli.
Ecosia è un motore di ricerca solidale che investe la maggior parte dei suoi guadagni in programmi di riforestazione: fino a oggi, sono stati piantati quasi 50 milioni di alberi!
Allora cosa aspettate a navigare in modo più sostenibile?!
Un bene riutilizzabile è sempre da preferire al suo equivalente usa e getta e quindi…viva i tovaglioli di stoffa!
Da parecchi anni ormai, si è presa la (cattiva) abitudine di utilizzare a tavola i tovaglioli di carta e di relegare l’uso di quelli di stoffa solo alle grandi occasioni.
Questa scelta può sembrare una cosa da poco conto, ma proviamo a fare due calcoli: una famiglia di 3 persone consumerà in media 9 tovaglioli al giorno, considerando l’utilizzo nei tre pasti principali. In un anno sono ben 3.285 tovaglioli…una cifra non più tanto esigua!
E se provassimo a moltiplicarla per 16 milioni di famiglie italiane!?
Le nostre scelte individuali acquisiscono un “peso” maggiore e il loro effetto si amplifica se pensate nell’ottica di una collettività più ampia.
Per salvaguardare il minor impatto ambientale dei tovaglioli di stoffa, è bene lavarli quando necessitano e con la lavatrice a pieno carico.
DIAMO UN TAGLIO ALL’USA E GETTA!
Anche nella sfera della cura personale possiamo iniziare a fare delle scelte più ecologiche rispetto a quelle a cui siamo abituati.
La maggioranza delle persone utilizza per radersi lamette usa e getta, la cui sostenibilità è pari a zero, considerando che vanno buttate nell’indifferenziato.
Esiste, come sempre, un’alternativa più ecologica!
Stiamo parlando del rasoio di sicurezza, un oggetto del passato (fu inventato nel 1700) che è rimasto sempre in voga: permette una rasatura efficace e in sicurezza, rispettando anche l’ambiente!
A fronte dell’acquisto iniziale del rasoio, infatti, per il suo utilizzo sarà necessario sostituire al bisogno solo le lamette interne. Evitando così, oltre all’usa e getta, anche l’inutile accumulo di packaging in plastica.
Intorno ai rasoi di sicurezza c’è un mondo, se vi volete avvicinare al suo utilizzo vi consigliamo di rivolgervi a un negozio specializzato.
Frequentare i negozi del nostro quartiere è un gesto concreto per aiutare l’economia locale e le piccole attività.
Il nostro suggerimento per la buona abitudine di questa settimana è quello di rivolgerci, quando possibile, al negoziante sotto casa piuttosto che acquistare su internet o nei centri commerciali.
Oltre alla possibilità di trovare prodotti freschi, un servizio più personalizzato e l’occasione di creare nel proprio quartiere una rete di relazioni umane e personali, acquistare a km zero offre dei vantaggi anche per l’ambiente:
– i prodotti hanno di solito imballaggi ridotti rispetto alla grande distribuzione;
– si può andare a fare la spesa senza muovere l’auto;
– si compra il giusto e quello che serve, evitando così possibili sprechi.
E voi avete il vostro negoziante sotto casa di fiducia?
Sapevate che è possibile rendere anche le pulizie domestiche più rispettose dell’ambiente?!
All’interno dei detersivi tradizionali, infatti, sono presenti numerose sostanze nocive per l’uomo e l’ambiente che una volta finite negli scarichi sono altamente inquinanti e non biodegradabili.
Esiste anche in questo caso un’alternativa: i detersivi ecologici.
Questi prodotti sono composti principalmente da ingredienti di origine vegetale, utilizzano tensioattivi naturali anziché petrolchimici e non sono stati testati sugli animali.
Per orientarci al meglio al momento dell’acquisto è bene imparare a leggere le etichette; per facilitarci nella scelta esistono delle certificazioni, una di queste è l’europea Ecolabel, che si trovano stampate sulla confezione di quei prodotti che hanno un comprovato minore impatto sull’ambiente durante tutto il loro ciclo di vita.
Dunque scegliamo con maggiore attenzione i detergenti che acquistiamo!
È possibile sostituire alcuni prodotti che utilizziamo quotidianamente con il loro corrispettivo di origine naturale, per esempio:
– l’acido citrico può essere utilizzato al posto dell’ammorbidente e l’anticalcare
-il percarbonato di sodio è un ottimo sbiancante, degno sostituto della candeggina.
Per chi volesse approfondire questa tematica, vi consigliamo di visitare la pagina di Mammachimica
Riciclare è una pratica di vitale importanza per preservare il futuro del nostro pianeta. Sappiamo infatti che le risorse naturali non sono infinite e che ne utilizziamo più di quelle possibili: agli attuali ritmi di consumo e produzione abbiamo bisogno dell’equivalente di 1,7 Terre per soddisfare le nostre esigenze.
In quest’ottica riciclare è un’azione concreta per ridurre il nostro impatto sull’ambiente, grazie all’economia circolare a oggetti e
materiali viene data una seconda vita, trasformandosi da rifiuti a risorse.
È quindi molto importante che ciascuno di noi pratichi la raccolta differenziata, ad oggi la percentuale a Genova si attesta ancora solo al 41%.
È fondamentale, inoltre, ridurre, riutilizzare e se non possiamo evitare di acquistare impariamo a scegliere con maggiore attenzione i prodotti che compriamo: prediligiamo quelli senza packaging, che possono essere riciclabili o quelli in materiale riciclato (ad esempio carta asciugatutto e carta igienica).
Buon riciclo a tutti!
La nostra parola d’ordine di questa settimana è AUTOPRODUZIONE!
E’ vero che con la vita di oggi si ha sempre poco tempo, ma quando possibile non c’è cosa più soddisfacente del realizzare qualcosa da sé, con le proprie mani. Che si tratti di preparare dei biscotti o un sugo anziché acquistare quelli già pronti, cimentarsi nella pasta o il pane fatti in casa, costruire un arredo con materiali da recupero, cucire qualcosa…non importa cosa, l’importante è riacquistare il gusto del saper fare!
Questo ci permette di dare maggior valore alle cose e di acquisire reale coscienza di quello che c’è dietro un prodotto, rendendoci consumatori più consapevoli e meno passivi.
Autoprodurre ci offre anche vantaggi dal punto di vista ambientale perché permette di avere il controllo sulle materie prime o materiali utilizzati, di evitare sprechi perché ci si autoregola secondo le esigenze e di risparmiare inutili packaging in cui spesso sono contenuti i prodotti acquistati!
Allora… quale sarà la prossima cosa che vi cimenterete a realizzare da soli?
Scegliere un fornitore di energia da fonti rinnovabili per la propria casa o azienda è un gesto alla portata di tutti, ma di fondamentale importanza!
Le vecchie fonti di energia fossili infatti, oltre ad essere destinate all’esaurimento, hanno gravi ripercussioni sul clima, sulla nostra salute e quella del pianeta.
Passare ad una fornitura green è un atto di responsabilità e di reale volontà di cambiamento: è di primaria urgenza ridurre le emissioni di Co2 e aumentare la quota di energia proveniente da fonti rinnovabili e questo può avvenire solo a fronte di un aumento delle richieste di energia pulita.
Per chi interessato, noi consigliamo come fornitori è nostra e Dolomiti Energia.
Ci sono anche altri fornitori di energia verde, ma consigliamo sempre, prima di stipulare il contratto, di verificare che l’energia provenga totalmente da fonti rinnovabili!
Acquistare prodotti che hanno il marchio del Commercio Equo e Solidale, o Fairtrade Italia, significa sostenere una forma alternativa di scambi commerciali che persegue una maggiore equità tra Nord e Sud del mondo e che offre condizioni economiche e sociali più giuste rispetto al commercio tradizionale.
Il commercio solidale si pone come obiettivi di garantire migliori condizioni economiche, stipulando accordi diretti con i piccoli produttori, e assicurare i diritti sul lavoro e in favore dei bambini, vietando la manodopera minorile.
Chi sceglie equo e solidale ha a cuore anche il rispetto per l’ambiente perché è un mercato che privilegia il biologico, produzioni con un basso impatto ambientale e materiali riciclabili!
Non c’è cosa più bella che fare una passeggiata e un picnic e trascorrere una giornata all’aria aperta, approfittando della bella stagione (si spera!).
Durante le nostre escursioni è fondamentale rispettare la natura, senza lasciare traccia del nostro passaggio.
Ricordiamo di portare con noi un sacchetto o contenitore dove riporre i rifiuti…nei boschi non si trovano bidoni della spazzatura!
Se troviamo tracce lasciate dal passaggio di umani incivili (come mozziconi di sigarette, bottiglie di plastica, lattine ecc.) raccogliamole…la natura vi ringrazierà!
Limitare il consumo di carne, in particolare bovina, è fondamentale per ridurre il nostro impatto sull’ambiente e arginare gli effetti del cambiamento climatico.
Tanti dati ci danno conferma che, prescindendo in questa sede dal tema legato allo sfruttamento e alla sofferenza degli animali, il comparto legato alla produzione di carne si porta dietro numerosi aspetti negativi che pesano fortemente sull’ambiente.
Secondo la Fai, il settore dell’allevamento è responsabile del 18% delle emissioni totali di gas serra nell’atmosfera, un dato ancor più impressionante se paragonato alla percentuale delle emissioni da trasporti che si attesta al 13%.
Gli allevamenti hanno un’imponente impronta idrica: si stima siano necessari circa 15 mila litri di acqua per ottenere un chilo di carne, mentre ne servono mille per un chilo di grano.
I reflui, inoltre, il cui smaltimento è sempre più problematico, contengono elementi nocivi come azoto, zolfo, metano, anidride carbonica, fosforo, metalli pesanti e medicinali inquinando le falde acquifere e il suolo.
Sono 3,5 miliardi gli ettari di terra destinati alla produzione di carne: si tratta del 24% della superficie terrestre che viene utilizzata per i pascoli e per la produzione monocolturale dei mangimi.
Questa produzione è responsabile della perdita di biodiversità e della deforestazione di tante aree verdi, anche incontaminate.
Consumiamo troppa carne e le nostre abitudini alimentari sono ormai diventate insostenibili: ridurre in modo significativo il suo consumo è già un primo passo importante da fare a chi stanno a cuore le sorti del nostro pianeta!
Nella propria vita ciascuno di noi utilizza circa 300 spazzolini da denti (qualcuno più, qualcuno meno!).
Questa cifra diventa ancor più significativa se moltiplicata per gli abitanti della nostra città: 175 milioni di spazzolini da denti!
Allora può diventare importante sostituire anche un semplice spazzolino di plastica con setole in nylon, con un’alternativa meno impattante per l’ambiente.
Una possibilità è quella di acquistare uno spazzolino realizzato con un materiale ecologico come il bambù.
Lo spazzolino di plastica non è riciclabile e va nell’indifferenziato, mentre il bambù è un materiale biodegradabile e compostabile e una pianta sostenibile in quanto cresce molto rapidamente.
Alcuni modelli in commercio hanno le setole in nylon e in questo caso, prima di buttare lo spazzolino, dovete separare le setole dal manico e conferirle nell’indifferenziata. Altri modelli hanno anche le setole in materiale biodegradabile e sono da preferirsi in quanto possono essere interamente conferiti nella raccolta dell’umido.
Un’altra alternativa preferibile allo spazzolino tradizionale è quella dello spazzolino con testine intercambiabili così che, ogniqualvolta si cambia lo spazzolino, il rifiuto prodotto sia minimo.
Ecco a voi svelato un “trucco” per essere un pò più green ogni giorno! Abbandonare i dischetti struccanti usa e getta e iniziare a utilizzare quelli in stoffa è un piccolo grande passo per ridurre la propria produzione di rifiuti e contrastare la (non) logica dell’usa e getta! Ricordiamo che i dischetti struccanti non sono riciclabili e vanno buttati nella raccolta dell’indifferenziata.
I dischetti riutilizzabili in stoffa si possono acquistare online, ma ancora meglio per chi si diletta con l’autoproduzione è provare a farseli da sé, ispirandosi a articoli e tutorial che si trovano sul web.
Si può così scegliere il tessuto preferito, magari dando una seconda vita a qualche stoffa o capo inutilizzato!
Il lunedì pomeriggio si affronta decisamente meglio con un buon caffè! …ancor meglio se quel caffè ha un basso impatto sull’ambiente!
Questo non è un aspetto scontato, dato che negli ultimi anni le nostre abitudini di consumo sono cambiate notevolmente e la cara, vecchia e sostenibile MOKA è stata rimpiazzata in molti casi dalle macchinette domestiche per l’espresso.
Cialde o capsule poco importa, sono tanti i buoni motivi per continuare a aspettare che il caffè salga, annunciato dall’inconfondibile borbottio che riempie la cucina col suo profumo inebriante.
Il caffè in cialde o capsule, infatti, è molto più inquinante!
Basti pensare che vengono consumate circa un miliardo di capsule l’anno nella sola Italia e che corrispondono a 12.000 tonnellate di rifiuti.
Sembra che solo il 5% delle capsule in alluminio venga effettivamente riciclato, mentre le capsule in plastica essendo fuse con il caffè non vengono riciclate.
Le aziende produttrici stanno cercando di arginare questa montagna di rifiuti prodotta dal caffè “usa e getta”, ma per il momento nessuna iniziativa riesce a dare una soluzione incisiva.
Una certezza però c’è, anzi più di una:
– una moka pesa mediamente 200 grammi ed è in alluminio, un materiale riciclabile al 100%.
– 30 lattine sono sufficienti per produrne o riciclarla una tutta nuova e ben il 95% dell’energia viene conservata dalla produzione di alluminio riciclato!
– la moka dura quasi all’infinito e non produce rifiuti in quanto i fondi del caffè si possono buttare nell’umido.
– se la moka non funziona più bene, spesso basta cambiare il filtro (altro che obsolescenza programmata!) e una volta che proprio non ce la fa più…si può conferire nella raccolta dei metalli!
Consigliamo a chi predilige la macchinetta del caffè di cercare di utilizzare situazioni meno impattanti per l’ambiente come per esempio le capsule riutilizzabili o le cialde compostabili.
Per chi stesse valutando di abbandonare la moka per convertirsi alle macchinette del caffè, un’unica raccomandazione: pensateci bene!
W la moka!
Pensiamo a quanti prodotti con packaging eccessivi e in plastica usa e getta utilizziamo ogni giorno e una buona parte di questo riguarda prodotti da bagno.
La buona notizia è che per quanto riguarda i cosmetici esistono molte alternative valide a quelli che siamo abituati a trovare in contenitori e flaconi di plastica: i prodotti solidi.
In questa “formula”, oltre alla classica saponetta, esistono in commercio anche shampoo, gel doccia e dentifricio.
Sono prodotti ottimi che funzionano esattamente come le corrispettive versioni liquidi eccetto che non presentano un inutile packaging.
Oltre all’impatto ambientale ridotto, pensiamo alla comodità di questi prodotti solidi in viaggio. Le prossime vacanze o week end fuori porta potrebbero essere una buona occasione per provarli a utilizzare!
Si possono acquistare nelle botteghe che vendono prodotti sfusi e su internet.
Fateci sapere come vi trovate!
L’Italia è il secondo paese al mondo, dopo il Messico, per consumo di acqua minerale in bottiglia il che vuol dire:
– migliaia di tonnellate di plastica usa e getta;
– inquinamento atmosferico dovuto ai mezzi pesanti che circolano per trasportare l’acqua per tutta la penisola.
Questa situazione ha del paradossale in quanto, anche se moltissime persone sono prevenute e dubbiose, l’acqua del rubinetto è sicura, ancor più di quella minerale in bottiglia in quanto sottoposta a controlli più frequenti e a limiti più rigidi. Le analisi sono di pubblico accesso e continuamente aggiornate dai gestori del servizio idrico.
Le bottiglie d’acqua in plastica in PET, invece, se riutilizzate o conservate male, per esempio sotto il sole o fonti di calore, possono rilasciare molecole tossiche e cancerogene.
Unico limite al bere l’acqua del bronzino potrebbe essere la presenza di tubature in piombo, a volte presenti in abitazioni antecedenti agli anni ’60, di solito situate nei centri storici.
In caso di dubbio, è bene fare un controllo sullo stato delle tubazioni e leggere l’informativa del Ministero della Salute.
Se possibile, però, beviamo l’acqua del rubinetto che fa bene all’ambiente e anche al portafoglio!
È importante acquistare il pesce con attenzione, così come facciamo per altri prodotti, per esempio frutta e verdura.
Con le nostre scelte, infatti, possiamo sostenere chi pratica una pesca sostenibile che rispetta i mari e l’ecosistema.
Lo sapevate che anche il pesce ha una sua stagionalità?
Orientarsi sul pesce di stagione significa maggiore attenzione all’ambiente: è infatti un pesce ampiamente disponibile nei mare che circondano la nostra Penisola e soprattutto non è in fase riproduttiva, evitando il rischio di interromperne il ciclo vitale e di proliferazione.
È inoltre fondamentale che il pesce sia pescato in modo sostenibile: con l’utilizzo di attrezzi artigianali e a basso impatto, prelevando solo quello che serve, senza sprechi.
Questo tipo di pesca, praticata da tanti pescatori e consorzi, è improntata alla salvaguardia dell’ambiente: l’obiettivo è far sì che l’ecosistema rimanga integro, tutelando il mare e la fauna.
Per orientarci nell’acquisto, è fondamentale leggere l’etichetta del pescato dove dovrebbero essere indicati anche la categoria degli attrezzi utilizzati e la zona, identificata con un numero:
21 Atlantico Nord Occidentale
27 Atlantico Nord Orientale
37 Mar Mediterraneo
51 e 57 Oceano Indiano
Vi consigliamo la lettura di questo vademecum realizzato da Slow fish che fornisce molte informazioni utili!
La nostra scelta sul mezzo di trasporto utilizzato per muoverci in città, per andare al lavoro, accompagnare i figli a scuola, frequentare l’università incide sull’ambiente con un’impronta più o meno invasiva.
Spesso sono pigrizia e abitudine, più che reale necessità, a farci prendere ogni giorno l’auto o il motorino e cominciare a muoverci nel traffico cittadino, ma siamo sicuri che non avremmo più vantaggi ad utilizzare ogni giorno la bicicletta oppure i mezzi pubblici?
I vantaggi, soprattutto se non si tratta di percorsi troppo lunghi sono innumerevoli: dal ridurre o eliminare le emissioni inquinanti prodotte, meno stress e spesso anche un risparmio economico!
Noi crediamo che una mobilità più sostenibile sia il futuro e per questo ci stiamo impegnando per fare in modo che anche la nostra città, Genova, divenga sempre più a misura di ciclista.
Le possibilità ci sono basto volerle mettere in atto.
Questa buona abitudine non è, come può sembrare a prima vista, solo una giustificazione per mangiarsi più coni gelato possibili…
Nella nostre piccole azioni quotidiane possiamo sempre scegliere l’opzione meno impattante per l’ambiente e che ci permette di creare meno rifiuti.
In questo caso tra la coppetta, in cartoncino e con paletta di plastica, e il cono gelato…noi non abbiamo dubbi: lunga vita al cono!
Riscopriamo il piacere di camminare!
Camminare è il moto più naturale per l’uomo, ma lo facciamo abbastanza?
Bastano 30 minuti al giorno per avere innumerevoli benefici per il corpo e anche per l’umore!
Possiamo iniziare a farlo un pò nella vita di tutti i giorni, provando a percorrere tragitti che di solito facciamo con i mezzi…ci stupiremo nello scoprire particolari mai notati e di come sia piacevole concederci spostamenti più a misura d’uomo.
Se non è sempre l’ideale camminare in città, in vacanza non ci sono scuse!
Quale migliore occasione per fare delle belle passeggiate e perché no dedicare qualche giorno o l’intera vacanza al trekking o a percorrere uno dei tanti cammini che attraversano l’Italia?!
Probabilmente tutti conoscono il Cammino di Santiago, in Spagna, ma anche il nostro Paese offre tantissime possibilità.
Per avere qualche spunto https://www.turismo.politicheagricole.it/cammini/
Viaggiare camminando ci permette di godere appieno di ogi passo percorso e di riappropriarci dello spazio e del tempo, e anche di noi stessi…con la certezza che lungo la strada troveremo sempre qualcosa pronto a sorprenderci.
Fateci sapere dove vi porteranno i vostri piedi!
Con il caldo torrido degli ultimi tempi, spesso ci vuole una terapia d’urto per rinfrescarsi un pò…in quei momenti può venirci bene il buon vecchio ventilatore!
Nel caso non ci sia bisogno di rinfrescare grandi spazi, il ventilatore è un’ottima alternativa al condizionatore e per di più molto più ecologica.
Il suo consumo è infatti pari a 15 volte in meno…se il primo necessita di circa 700 watt all’ora, il secondo ne impiega solo 50!
Consideriamo anche che i condizionatori, secondo i dati del Global opportunity report 2018, delle Nazioni Unite, utilizzano ben il 17% della domanda di energia totale.
Spesso bastano alcuni piccoli accorgimenti per trarre un po’ di beneficio contro la calura, eccone a voi alcuni totalmente “green”:
areate la casa con l’aria più fresca delle prime ore del giorno e della sera;
se trascorrete la giornata fuori casa, lasciate le persiane o le tapparelle chiuse;
limitate l’uso delle fonti di calore come forno, phon e altri elettrodomestici;
sostituite (se non l’avete ancora fatto, è un’ottima occasione!) le lampade a incandescenza, alogene o fluorescenti con quelle a Led o a risparmio energetico.
Il turismo è un fenomeno che si è sviluppato in maniera esponenziale, con una crescita talvolta incontrollata capace di stravolgere gli equilibri dei territori, creando danni, anche irreparabili, agli ecosistemi e alle popolazioni locali.
Per questo anche quando siamo in vacanza è importante ricordare che le nostre scelte hanno un impatto sull’ambiente e ciò che ci circonda.
Il turismo sostenibile e responsabile nasce proprio da questa consapevolezza!
Il viaggiatore responsabile è colui che agisce nel rispetto dell’ambiente, optando per scelte che preservano la cultura locale e favoriscono lo sviluppo economico delle popolazioni.
Viaggiare in modo sostenibile non significa per forza zaino in spalla e nessun comfort, ci sono delle pratiche che tutti possiamo mettere in pratica!
Non sei per il viaggio fai da te? Nessun problema! Rivolgiti ad un tour operator di turismo sostenibile.
Qui trovi una lista! https://bit.ly/2SAw6mU
L’aereo è sicuramente il mezzo più comodo e veloce, ma anche il più inquinante! Quando possibile, prediligiamo il treno!
Scegliamo una struttura eco-friendly: alimentata da energie rinnovabili, attenta allo spreco idrico e che utilizza detergenti ecologici e offre menù bio.
Su Ecobnb puoi trovare una selezione di strutture ecosostenibili
https://ecobnb.it/
Fairbnb.coop è una piattaforma di booking in fase di lancio che permette, al momento della prenotazione, di partecipare ad attività di crowdfunding di progetti sociali in prossimità della struttura
https://fairbnb.coop/it/
Rispetta l’ambiente! Non gettare rifiuti, non portare via come souvenir conchiglie e altri elementi naturali, rispetta gli animali: non sono un’attrazione turistica!
Entriamo in punta di piedi nel luogo che ci ospita, rispettiamone le cultura e anzi approfittiamone per entrarci in contatto nel modo più autentico!
Se puoi scegli strutture e posti dove mangiare gestiti dagli abitanti.
Vai alla scoperta del luogo a piedi o in bicicletta! Potrai assaporare con calma tutto ciò che offre!
Buone vacanze sostenibili a tutti!
Qualche mese fa, è stata approvata in modo definitivo la direttiva europea che vieta, a partire dal 2021, alcuni oggetti in plastica usa e getta.
Nel frattempo, aspettando che il divieto diventi operativo, possiamo portarci avanti: per esempio, iniziando col dire un bel NO alle cannucce!
Quando prendiamo da bere in un bar chiediamo gentilmente che non mettano la cannuccia nel nostro cocktail o bevanda.
È un piccolo gesto che non ci costa niente, ma che può avere anche un potere emulativo, incuriosendo gli altri e portandoli a farsi delle domande.
Utilizzare una cannuccia, infatti, può sembrare cosa da poco conto, ma è proprio per questo suo essere apparentemente innocua che ci appare come uno dei simboli più rappresentativi di una cultura dell’usa e getta, cieca e inutile.
Ricordiamo che le cannucce non sono riciclabili perché non sono un imballaggio.
In Italia ne consumiamo circa 2 miliardi l’anno e sono tra i rifiuti che maggiormente troviamo nelle nostre coste e spiagge: un utilizzo di decine di minuti può valere 500 anni di tempo per decomporsi?!
Anche per queste ragioni, è preferibile di gran lunga bere senza cannuccia, ma se proprio non potete rinunciarci, ci sono buone notizie per voi. Anzi tre!
La cannuccia riutilizzabile: la cannuccia che si può riutilizzare più volte.
In commercio se ne trovano in materiali diversi come acciaio inox e
bambù.
La cannuccia compostabile e biodegradabile: l’usa e getta non è mai la
soluzione migliore e allora se proprio dobbiamo, è bene orientarci su
questa tipologia.
Per i più golosi…la cannuccia di pasta : una cannuccia a base di mais e
riso, senza OGM e completamente gluten free!
I microgranuli in materiale plastico contenuti in alcuni prodotti cosmetici come dentifrici, detergenti e creme sono una delle principali cause della proliferazione di microplastiche nei nostri mari.
Per questo è importante evitare l’acquisto dei prodotti che li contengono!
Le microplastiche sono particelle piccolissime, inferiori ai 5 mm, che proprio per la loro dimensione non vengono catturate dai depuratori, finendo in mare dove possono essere facilmente scambiate per cibo da pesci e animali marini e ingerite.
Questo ha effetti devastanti: oltre a compromettere la salute delle specie marine, comporta rischi anche per noi che ingeriamo, assieme al pesce che mangiamo, microparticelle di plastica, senza neanche accorgercene.
Una recente ricerca dell’Università di Newcastle in Australia afferma che, ogni settimana, mangiamo l’equivalente di una carta di credito, ingerendo in media 5 grammi di plastica ciascuno!
Il nostro paese si è dimostrato attento alla tematica approvando una legge che vieterà, a partire dal 2020, la vendita di prodotti da risciacquo che contengono microplastiche. Purtroppo il divieto non è stato esteso a tutte le tipologie di prodotti e così le nostre scelte di acquisto giocano come sempre un ruolo chiave: mai più prodotti con microgranuli!
Se conosci gli effetti che causano all’ecosistema marino…li eviti!
Le risorse del nostro pianeta sappiamo non essere infinite e per questo è importante cercare di attuare ogni azione che permetta di preservare il loro utilizzo, senza sprecarle.
Acquistare prodotti in carta riciclata è una scelta che presenta dal punto di vista ambientale numerosi vantaggi richiedendo, rispetto alla carta in cellulosa vergine, minori risorse nel suo processo produttivo.
Una ricerca condotta dall’azienda toscana Lucart ha dimostrato che per ogni tonnellata di carta igienica riciclata prodotta si sono registrati:
la riduzione del consumo dell’80% di risorse rinnovabili;
38% in meno di acqua utilizzata;
un risparmio di 404,50 kg di CO2.
Pensiamo alla riduzione dell’impatto ambientale se tutti sostituissimo i prodotti usa e getta di uso quotidiano, come carta assorbente e carta igienica, con gli equivalenti in carta riciclata.
Anche se è bene sapere che non tutta la carta riciclata è uguale!
La carta riciclata, infatti, si presenta allo stato puro con un colore che va dal grigio al marrone chiaro; se bianca significa che è stata sottoposta a un processo di sbiancamento, per renderla più appetibile ai consumatori.
Questa procedura, però, non è senza conseguenze per l’ambiente in quanto vengono utilizzati prodotti inquinanti a base di cloro e altre sostanze chimiche, riducendo così i benefici in termini di sostenibilità.
Ove possibile, quindi, è sempre meglio preferire prodotti riutilizzabili, come per esempio i tovaglioli di stoffa, ma laddove non ci siano alternative all’usa e getta scegliamo la carta riciclata e ecologica non sbiancata!
Grazie a una sempre maggiore sensibilità verso l’ambiente, negli ultimi anni si sta diffondendo tra molte donne un nuovo approccio che punta a rendere l’immancabile appuntamento mensile più sostenibile, anche per la nostra salute.
Molti assorbenti usa e getta in commercio sono in cotone sbiancato con il cloro, un processo che rilascia diossina, e al loro interno sono state trovate altre sostanze dannose, potenzialmente tossiche, come glifosato, pesticidi, le polveri super assorbenti (SAP), derivati chimici del petrolio che ne aumentano l’assorbenza, oltre che poliestere, polietilene e polipropilene.
Tutto questo a contatto con la nostra pelle e senza che ci sia l’obbligo di legge per le case produttrici di scrivere in etichetta i componenti e le sostanze presenti negli assorbenti e nei tamponi.
È indubbio che anche il loro impatto ambientale sia notevole: è possibile quantificare che ogni donna consumi nella propria vita circa 12 mila assorbenti…che andranno a finire nell’indifferenziato!
Pensiamo che ciascuna donna debba scegliere liberamente quali prodotti utilizzare durante il ciclo, pur consapevoli che esistono in commercio alternative più sostenibili ai classici assorbenti e tamponi che permettono comunque di non rinunciare al comfort.
Qua vogliamo fornirvi un piccolo panorama:
la coppetta mestruale: è una delle alternative più valide
e utilizzate al posto del tradizionale tampone.
È un piccolo imbuto in silicone medico riutilizzabile che si inserisce durante il ciclo per raccogliere il flusso.
Si sterilizza e può durare fino a dieci anni!
Molte donne che la usano, non tornerebbero mai indietro!
Per maggiori informazioni https://bit.ly/2VWkbSa
gli assorbenti lavabili: si trovano anche nella versione salvaslip e tamponi di stoffa.
In mercato esistono diverse alternative, con svariati gradi di assorbenza e diversi materiali: dal cotone organico al bambù.
Qui per saperne di più https://bit.ly/33M2kQs
gli slip assorbenti: sono mutande di foggia svariata, dallo slip alla coulotte al boxer aderente, che hanno una parte assorbente con tenuta varia, anche molto lunga.
Per maggiori informazioni https://bit.ly/2JaARA3
assorbenti ecologici: per chi non volesse ancora abbandonare il monouso, esistono delle alternative in cotone, senza fibre sintetiche o plastica, ipoallergenici e interamente biodegradabili.
Sono prodotti da diverse marche e sempre più diffusi anche nella grande distribuzione.
È importante precisare che anche se sulla confezione c’è scritto compostabile, essendo un prodotto particolare, è sempre meglio informarsi col proprio comune di riferimento se effettivamente sia possibile smaltirli come compost o se invece vanno nell’indifferenziata (rimando comunque biodegradabili).
Nel comune di Genova, per esempio, non si possono conferire nell’umido, ma vanno nel secco residuo.
Per chi fosse interessata a rendere il proprio ciclo più ecologico, su internet si possono trovare tantissime informazioni utili, forum e anche gruppi Facebook!
…e voi state già utilizzando un metodo alternativo agli assorbenti monouso? Qual è la vostra esperienza?
La definizione data all’acqua di “oro blu” è emblematica dell’emergenza idrica e delle problematiche ad essa legata che la rendono un bene sempre più prezioso e non accessibile a tutti.
L’Italia vanta numerose risorse idriche, ma anche tanto spreco: la stima è che se ne consumino circa 245 litri al giorno pro capite.
L’acqua non è una risorsa infinita, è importante esserne consapevoli e cercare di non sprecarla, proprio a partire dai nostri gesti più quotidiani.
Ecco qui dei piccoli suggerimenti!
Mentre ti lavi i denti e le mani, apri il rubinetto solo per il
tempo necessario;
scegli la doccia anziché la vasca! una doccia breve di massimo cinque minuti permette di risparmiare tanti litri rispetto al bagno;
installa i riduttori di flusso nei rubinetti e nel soffione della doccia: fanno sì che il volume del getto si mantenga corposo nonostante la minore portata e, in cambio di una spesa economica irrisoria, permettono di risparmiare a testa anche 4.000 di litri l’anno;
quasi il 50% dei consumi idrici sono dovuti allo sciacquone, circa 10 litri d’acqua a scarico . Se possibile, è bene dotare lo scarico di sistemi a quantità differenziata;
un rubinetto che gocciola è un grande spreco, cura la manutenzione e dopo aver chiuso tutti i rubinetti controlla che il contatore non giri indicando perdite nascoste.
usa la lavatrice e la lavastoviglie solo a pieno carico;
un’ultima idea semplice sotto la doccia, nell’attesa che l’acqua si riscaldi è quella di…una borsa di plastica da riempire con l’acqua che lasciamo scorrere e che poi possiamo utilizzare in tanti altri modi!
https://esferic.com/it/waterdrop/
La cultura di riparare gli oggetti non più funzionanti anziché buttarli sta tornando pian piano nelle abitudini di molte persone, dopo anni in cui ha prevalso nella società una corsa al consumo cieco ed esasperato.
Riparare e riutilizzare sono elementi cardine dell’economia circolare e presupposti fondamentali nella lotta allo spreco e alla riduzione dei rifiuti.
Negli ultimi anni sono nati alcuni progetti con lo scopo di ri-diffondere questa abitudine così preziosa!
In Olanda per esempio è stato creato il primo Repair Cafè, ora diffusi in tutto il mondo, luoghi di aggregazione dove è possibile portare a riparare i propri oggetti da volontari aggiustatutto, con la possibilità di partecipare anche a dei corsi per imparare a fare da sé!
Diventare indipendenti nell’effettuare piccole riparazioni, è proprio la logica che sta dietro a iFixit.com, un progetto che si batte per il diritto alla riparabilità, per questo offrono manuali gratuiti e supporto per chi vuole rendersi autonomo nel riparare i propri dispositivi elettronici.
https://it.ifixit.com/
In ogni città, inoltre, ci sono artigiani e centri di riparazione che ci possono aiutare a recuperare i nostri oggetti!
Sul nostro sito, abbiamo stilato una lista dei “riparatori” di Genova https://cittadinisostenibili.wordpress.com/non-buttare…/
Sempre a Genova, è possibile consultare l’app di Amiu Genova Spa, Refresh, scaricabile gratuitamente, che oltre a segnalare i posti dove poter donare e rimettere in circolo gli oggetti che non si usano più, andrà a mappare anche i centri di riparazione.
Se avete altri suggerimenti su dove portare a riparare le cose, segnalateceli!
Sappiamo cosa ci spalmiamo sulla pelle?!
Chi sa cosa c’è all’interno della crema che usa ogni mattina?
Leggere l’etichetta dei prodotti cosmetici dovrebbe essere una buona abitudine da attuare per orientarci nella scelta di ciò che acquistiamo.
L’INCI è la lista di ingredienti presenti all’interno di ciascun prodotto e ci consente di verificare se al suo interno sono presenti sostanze potenzialmente nocive per noi e per l’ambiente.
Tanti ingredienti, ammessi per legge in certe quantità, non sono infatti il massimo dal punto di vista dell’ecosostenibilità: pensiamo ai petrolati, ai parabeni, ai tensioattivi e ai coloranti artificiali.
Chi sarebbe felice di spalmarsi sulla faccia del petrolato, gelatina ottenuta dalla raffinazione del petrolio, con aggiunta di profumo?
Eppure tantissimi prodotti lo contengono: dalle creme ai rossetti!
La comunità europea ha sancito nel 2004 che il petrolato (conosciuto anche come paraffina o olio di vaselina) è una sostanza potenzialmente cancerogena e che tutti i prodotti che lo contengono devono rispettare determinate percentuali ben definite per legge.
I petroli presentano altre caratteristiche poco sostenibili: hanno una scarsissima biodegradabilità, sono molto inquinanti per l’ambiente e possono essere fonte potenziale di allergie e intolleranze.
Se c’è un’alternativa, molto meglio orientare la nostra scelta su prodotti più naturali, con ingredienti di origine vegetale.
Per essere più consapevoli dei prodotti che utilizziamo, per fortuna, ci sono degli strumenti che possono orientare le nostre scelte.
A prima vista leggere l’INCI, non è impresa da poco, ma è qui che il Biodizionario entra in nostro aiuto!
All’interno di questo speciale dizionario sono stati catalogati oltre 4000 ingredienti cosmetici, a seconda del loro livello di accettabilità.
Inserendo ciascuno degli ingredienti che compongono il prodotto che ci interessa, è possibile vedere quanto esso sia ecosostenibile, per esempio:
– doppio semaforo verde: ingrediente ok!
– doppio semaforo rosso: ingrediente da evitare!
Questo strumento risulta utile anche per capire quali prodotti sono realizzati senza ricorrere a test sugli animali.
Per chi fosse interessato ad approfondire la tematica della cosmetica ecobiosostenibile vi consigliamo alcuni forum:
https://www.ecobiocontrol.bio/forum/
https://forum.saicosatispalmi.org/forum/
Qui, invece, alcune info di base per orientarci nella lettura dell’INCI:
– la lista degli ingredienti appare in ordine decrescente: i primi elementi sono quelli presenti in quantità maggiore e i più importanti per capire da cosa è composto il prodotto;
– per legge appaiono in etichetti tutti i prodotti con una concentrazione pari almeno al 1%;
– gli ingredienti di derivazione vegetale vengono indicati con il loro nome latino, ad esempio, l’olio di mandorle dolci viene indicato come “prunus amygdalus dulcis oil“.
– le sostanze che hanno subito un processo chimico riportano un nome inglese;
– i coloranti artificiali sono identificati da codici numerici, dalla sigla “CI” seguita da una serie numerica composta da 5 cifre.
Buona lettura a tutti!
Il Natale è alle porte e tanti di noi si staranno chiedendo: “che regalo faccio quest’anno?!”
Niente paura, accorriamo noi in vostro aiuto!
Ci sono tante possibilità per fare un regalo che sia apprezzato e perché no anche utile e soprattutto…ecologico! Un regalo amico dell’ambiente!
Ecco a voi i nostri suggerimenti, fateci sapere se avete altre idee green per i regali di Natale!
– regala un albero!
Con @treedom puoi piantare un albero “a distanza” e seguirlo online: ogni albero viene piantato da contadini locali, ha una pagina online, viene geolocalizzato e fotografato!
– adotta un alveare e regalalo!
Scegli la tua arnia preferita e Potrai controllare il suo stato e avere tante altre informazioni una volta adottata. https://www.3bee.it/adotta-alveare/
– regala qualcosa fatto da te!
Non c’è niente di più bello che un regalo fatto con il cuore e….con le nostre mani! Qui alcuni spunti molto interessanti! https://urly.it/33mja
– regala un oggetto eco-friendly!
Il Natale è un’ottima occasione per regalare una borraccia, un rasoio di sicurezza o le cialde per il caffè in acciaio riutilizzabili!
Un’idea che ci piace molto è quello di creare un piccolo “kit” della sostenibilità, come ad esempio il kit per il bagno sostenibile con alcuni oggetti zero waste: saponetta, spugna di luffa, dischetti struccanti in stoffa e spazzolino di bambù!
Sbizzarritevi!
– regala un oggetto artigianale e/o sostieni un negozio indipendente!
Ogni parte d’Italia è ricca di artigiani che creano oggetti unici, anche con materiali riciclati! Sosteniamo la creatività e le piccole realtà! Niente regali comprati su Amazon!
– regala esperienze!
Incentiviamo la curiosità e la passione di chi ci circonda! Possiamo regalare un corso (di cucina, creativo, di erboristeria o giardinaggio ecc.),
un viaggio in una struttura ecosostenibile come quelle sul presenti sul portale Ecobnb_it, il biglietto per una mostra, un abbonamento a teatro!
– regala un cesto di prodotti biologici e a km 0!
Con il cibo si va sempre sul sicuro … creiamo un cesto con prodotti dei contadini locali!