Come un pranzo in mensa diventa un atto ecologico

Piatto di pasta al pesto

Abbiamo rimandato l’argomento per anni ma oggi torna prepotentemente: quanto la nostra dieta impatta sull’ambiente?

In questo articolo ci siamo proposti di fare un giro del mondo per capire meglio come viene affrontato il problema nelle mense scolastiche e aziendali. In particolare, vogliamo capire come e in che misura la carne, l’alimento che più richiede risorse dal pianeta, venga impiegata nei menu delle mense.

Scelte personali ma urgenza collettiva

Our World In Data (1), sito web che si occupa di statistiche su scala mondiale a tema economico e sociale, rifacendosi ai dati raccolti da J. Poore e T. Nemecek (2) nel 2018, ha rilevato che le emissioni calcolate in CO2 equivalente da parte degli allevamenti di manzo per chilogrammo di prodotto sono 99,48 kg.

Questo significa che per produrre un chilo di carne di manzo la filiera immette in atmosfera 99,48 kg di CO2 equivalente (l’unità di misura che esprime in modo univoco l’insieme di gas serra che influenzano il clima).

Se confrontiamo questo dato con quello del piselli, l’alimento proteico di origine vegetale tra quelli dello studio, che emette 0,98 kg di CO2 equivalente per ogni chilogrammo di prodotto, ci rendiamo facilmente conto che la carne di manzo impatta 101,51 volte di più!

Come ottenere quindi un cambiamento nelle abitudini delle persone per salvaguardare il nostro Pianeta?

Un esempio virtuoso tutto italiano

Non è facile modificare la propria dieta ma uno studio del 2017 dell’Università Federico II di Napoli, in collaborazione con Barilla (3), ha dimostrato come un programma promozionale minimamente intensivo possa invogliare le persone a intraprendere un cambio nella propria dieta.

Durante lo studio è stato distribuito materiale informativo sulla dieta mediterranea (ricca di cereali integrali, legumi, carne bianca e pesce) e i suoi benefici ai dipendenti dell’azienda.

L’analisi dei dati raccolti ha mostrato un trend positivo e un’ottima risposta a 3 anni dall’inizio della sperimentazione: le persone hanno iniziato ad abbracciare la dieta mediterranea e ad apprezzarne i benefici.

Perché quindi non fare lo stesso in tutte le mense promuovendo un’alimentazione più sana ed eco-sostenibile?

Mense dal resto del mondo

Anche nel resto del mondo ci si sta domandando come diminuire l’utilizzo di prodotti di origine animale e di prodotti industriali nelle mense.

Australia

Il corrispettivo del nostro Ministero della Salute, ha lanciato un sistema “a semaforo” per gli alimenti somministrati agli alunni e alle alunne nelle mense scolastiche (4):

  • rosso, alimenti poco salubri e piuttosto lavorati
  • giallo, prodotti accettabili
  • verdi, alimenti buoni con prevalenza di vegetali, cereali e legumi.

Il sistema prevedeva inoltre una classificazione degli alimenti non solo per la loro salubrità ma anche per l’effetto in combinazione con altri alimenti.

Uno studio del 2020 di A. Haynes e colleghi (5) che si rifaceva ai dati raccolti in due campagne (una del 2012 e 2013 e una del 2018, rispettivamente di 148 e 96 mense), fotografava la seguente situazione: il 49% delle mense contenevano almeno il 50% di piatti verdi ma circa il 98% aveva almeno un articolo rosso, contro le raccomandazioni nazionali che ne chiedevano il non uso.

Nelle conclusioni dell’articolo è stato evidenziato come gli articoli rossi siano i più economici e per questo più difficili da abbandonare.

Inghilterra

Sicuramente tra le mense più eco-friendly troviamo quelle inglesi.

The Guardian in due articoli sulla Goldsmith University di Londra ci dimostra che molte azioni possono essere intraprese per incentivare una svolta green anche nelle mense universitarie(6 e 7).

Nel 2019 l’Università ha vietato la vendita di carne rossa nel campus e si è impegnata a un maggiore impiego di pannelli solari. Ha inoltre avviato una campagna di graduale riduzione dell’uso della plastica monouso, introducendo una tassa di 10 centesimi per ogni bottiglia. Tutte iniziative per raggiungere la carbon neutrality entro il 2025.

L’Università si è anche impegnata a cessare gli investimenti in società che generano più del 10% dei loro ricavi dall’estrazione di petrolio.

Anche l’Università di Cambridge ha ridotto l’uso di carne di manzo e di agnello perché, secondo le loro linee guida (8) il cibo vegano ha “un costo minore ed è più salutare e sicuro (per quanto riguarda i rischi legati alla produzione ed il rischio di sviluppare malattie cardiache, cancro e diabete legato al consumo di carne)”.

L’Università ha inoltre creato un video per raccontare e diffondere il progetto (9) e la pagina dedicata alla sostenibilità del suo sito è in costante aggiornamento con i nuovi obiettivi dal 2023 al 2028. (10)

Germania

Nel 2019 la Germania ha iniziato un vero e proprio cambio di passo per quanto riguarda l’alimentazione nelle mense universitarie. A Berlino le quattro università della città hanno iniziato a proporre, nelle mense e nelle caffetterie, un menù composto al 68% da opzioni vegane, al 28% vegetariane e il restante con piatti contenenti carne e pesce, per un totale di 5,6 milioni di pasti.

Nel 2019 il 13,5% degli studenti berlinesi si è dichiarato vegano (rispetto all’1,6% nel resto del paese) e il 33% vegetariano. Già dal 2010 l’Università Libera di Berlino offriva un menù vegetariano e dal 2019, uno vegano (11, 12).

Se allarghiamo lo sguardo su tutto il paese, possiamo vedere che, nel 2021, tutte le mense offrivano tra il 30 e il 50% di opzioni vegetariane.

Passando al mondo del lavoro, nella mensa aziendale della Volkswagen (13) veniva preparata e servita una salsiccia a ridotto apporto di grassi molto apprezzata dai dipendenti ma l’azienda, dimostrando una particolare sensibilità verso il tema ambientale, l’ha eliminata dal menù per ridurre ulteriormente le emissioni di anidride carbonica e ha inoltre dichiarato una svolta totalmente vegetariana e vegana entro il 2025.

USA

Il colosso statunitense LinkedIn, piattaforma che agevola i contatti di lavoro, ha deciso di promuovere un nuovo menu composto per il 65% da alimenti vegetali (plant based) nella sua sede di San Francisco, per diminuire la propria impronta sull’ambiente. Piatti a base di carne ad alto impatto ecologico, vengono proposti un solo giorno alla settimana. (14)

Alcune considerazioni

Dagli esempi che abbiamo raccolto in rete possiamo dire che una piccola grande rivoluzione delle nostre abitudini sta avvenendo. E adesso? Cosa può fare ognuno di noi?

Un report del 2019 dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) ci invita ad abbracciare un’alimentazione vegetale per mitigare il cambiamento climatico, indicandola come una tra le azioni più efficaci (15, 16).

Non solo i pranzi nelle mense ma tutte le nostre scelte alimentari dovrebbero quindi essere più ragionate e consapevoli del proprio impatto. Senza colpevolizzazioni ma con uno sguardo di impegno e di fiducia verso un futuro che richiede un impegno costante per salvare il nostro Pianeta e noi stessi.

Di seguito riportiamo le fonti utilizzate per scrivere questo articolo. Se ti è piaciuto e vuoi esplorare altri temi, puoi visitare la nostra sitografia di riferimento!

Sitografia e bibliografia

  1. https://ourworldindata.org/environmental-impacts-of-food
  2. “Reducing food’s enviromental impacts through producers and consumers” J.Poore and T.Nemecek – Science 2018 Jun 1;360(6392):987-992.

      1. “A nutritional intervention programme at a worksite canteen to promote a healthful lifestyle inspired by the traditional Mediterranean diet” M.Vitale, M.A.Bianchi, V.Rapetti, J.M.Pepe, A.Giacco, R.Giacco e G.Riccardi. – Int. J Food Sci Nutr. 2018 Feb, 69(1):117-124.

      1. https://www.health.gov.au/sites/default/files/documents/2021/03/national-healthy-school-canteens-guidelines-for-healthy-foods-and-drinks-supplied-in-school-canteens.docx

      1. “Secondary school canteens in Australia: analysis of canteen menus from a repeated cross-sectional national survey” Haynes A, Morley B, Dixon H, Scully M, McAleese A, Gascoyne C, Busbridge R, Cigognini M, Regev I, Wakefield – M. Public Health Nutr. 2020 Oct 7:1-10.

      1. https://www.theguardian.com/environment/2019/aug/12/goldsmiths-bans-beef-from-university-cafes-to-tackle-climate-crisis

      1. https://www.theguardian.com/food/shortcuts/2019/aug/13/why-canteens-should-stop-serving-beef-and-milk

      1. https://static1.squarespace.com/static/5b1befbdda02bc2159e58aef/t/5c94ec10085229d4d73ca73f/1553263678657/Change+Pack.pdf

      1. https://www.youtube.com/watch?v=ZT8c3sMLhR0

      1. https://www.environment.admin.cam.ac.uk/policy/under-development-sustainability-strategy-2023-onwards

      1. https://www.bbc.com/news/world-europe-58393847

      1. https://www.theguardian.com/world/2021/aug/31/berlins-university-canteens-go-almost-meat-free-as-students-prioritise-climate

      1. https://www.irishtimes.com/life-and-style/motors/for-better-or-for-wurst-vw-to-stop-making-sausages-1.4657883

      1. https://plantbasednews.org/news/economics/linkedin-vegan-menu-carbon-footprint/

      1. “Eat less meat: UN climate-change report calls for change to human diet” Q. Chiermeier – Nature. 2019 Aug;572(7769):291-292.

      1. https://www.ipcc.ch/srccl/

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